Cambio di destinazione d’uso degli immobili. Vantaggi e svantaggi.

Salve architetto Maida, le scrivo per chiederle un consiglio. Sono in possesso di un locale a Roma accatastato come magazzino (C2) con ingresso su strada. L'ho comprato in occasione [segue...].
Vorrei sapere che cosa bisogna fare per farlo diventare un locale commerciale o residenziale. Quali vantaggi o svantaggi ci sono? Grazie per le informazioni e complimenti per i suoi lavori e per il blog. Lettera firmata
 
Cara Sig.ra, le premetto che le modalità, i costi, e la velocità delle procedure variano da Comune a Comune. Visto il suo caso, farò riferimento al Comune di Roma, anche se all’interno dei vari municipi potrebbe cambiare qualcosa, in quanto l’attuale normativa è notoriamente poco chiara. 
 
 

Caso 1. Da magazzino a locale commerciale. 
 
 
Prendiamo in esame il caso in cui la sua proprietà diventi un negozio o una bottega (C1), quindi un locale per attività commerciale per vendita o rivendita di prodotti. 
 
Il cambio di destinazione d’uso può avvenire presentando una C.I.L.A. come riporta la Legge 134/2012, e potrebbero essere richiesti la messa in opera di requisiti di aerazione ed illuminazione conformi alle attuali normative. 
 
Di solito il cambio di destinazione d’uso comporta il pagamento di oneri in quanto varia il carico urbanistico. Per approfondire di più la questione la rimando a questo link dove l’argomento viene trattato in modo chiaro. 
 
Capita che, se non vengono effettuate opere di ristrutturazione, gli oneri da pagare a volte siano pari a zero, anche se va comunque presentato al Comune di pertinenza il documento contenente i calcoli relativi. Uno dei vantaggi nel cambiare la destinazione d'uso da C2 a C1 è nella variazione del coefficiente per il calcolo del valore ai fini IMU che passerà da 168 a 57.75, ossia una netta riduzione dei costi!
 
 

 
Caso 2. Da magazzino a residenza. 
 

 
La situazione risulta diversa nel caso in cui lei volesse cambiare da C2 ad A2 (abitazione di tipo civile) oppure ad A10 (uffici e studi privati). Questa variazione comporta sicuramente lo svolgimento di opere interne per l’installazione di servizi igienici, la realizzazione o messa a norma degli impianti e la verifica delle superfici aeroilluminanti (finestre o aperture in facciata), il tutto secondo normativa locale. 
 
Questa opera di ristrutturazione comporterà un aumento del carico urbanistico e quindi il pagamento di oneri. Il calcolo di tali oneri deve essere effettuata da un tecnico abilitato (architetto, ingengere o geometra) che penserà a svolgere tutte le complesse pratiche. Tutta questa procedura serve per acquisire il certificato di agibilità che verifica i requisiti. Ad esempio nel residenziale, per normativa, l’altezza tra pavimento e soffitto non deve essere inferiore a 2,70 m.
La variazione del coefficiente per il calcolo del valore ai fini IMU, in questo caso, passerà a 84 (nel caso di A10) oppure rimarrà 168 (nel caso di A2).

 
 
 
Nel suo caso specifico, le consiglio di cambiare destinazione d’uso da C2 a C1 (caso 1) poichè, oltre che a tagliare le eventuali spese di ristrutturazione, potrebbe ricadere nell’eventualità in cui non ci siano oneri da pagare. Inoltre andrebbe a risparmiare ulteriormente nel pagamento dell’IMU con un coefficiente di 57.75 e non più di 168 e ricaverebbe comunque un buon guadagno dall’affitto del locale commerciale.
 
Questo è uno schema riassuntivo che le permetterà di avere un quadro più chiaro della situazione.

Distinti saluti
Arch. Renata Maida