Ci
ha pensato la ricercatrice spagnola, Margarita Calafell, del
Dipartimento di Ingegneria Chimica della UPC della Scuola di Ingegneria
Aeronautica e industriale di Terrassa (ETSEIAT) di Barcellona. La
ricerca è iniziata nel 2008 ed ora sta cominciando ad avere una
diffusione a livello mondiale.
Applicando una nuova metodologia biotecnologica, creata da lei stessa, è riuscita a modificare le proprietà chimiche e strutturali degli scarti di cellulosa che si producono durante il processo del riciclo della carta, legno e tessuti, ossia qualsiasi materiale che possegga una percentuale di cellulosa.
Agendo così ha creato un nuovo materiale compatto, il BIPROCEL, (acronimo di biotechnological process on cellulose) malleabile, ignifugo, impermeabile, resistente e poroso che sostituirà, soprattutto nell'ambito di numerosi settori produttivi industriali, materiali inquinanti o più costosi, come i derivati del legno, della plastica, della gomma o del petrolio.
Ma a cosa servirà in particolare questo nuovo materiale?
Grazie
alle sue proprietà di resistenza, isolanti, impermeabili e di bassa
densità, può sostituire ad esempio il cartongesso, così come molti altri
materiali che si utilizzano nel settore dell'edilizia come i pannelli
isolanti, fonoassorbenti o i controsoffitti.
Per la sua caratteristica di malleabilità può essere utilizzato per fabbricare tutti i tipi di prodotti per imballaggio nel trasporto di alimenti o medicine, e sostituire così il polistirene espanso (più comunemente il polistirolo) o i prodotti derivati dal petrolio.
Bisogna sottolineare che il Biprocel, non è un altro tipo di agglomerato, bensì un vero e proprio materiale nuovo, con proprietà uniche ed uniformi.
Nell'ambito della sostenibilità ambientale, pensate l'importanza di questa scoperta...